Ascoltare senza sentire
Qualche tempo fa ho visto un film in cui un bambino chiedeva a un personaggio perché era così grosso e pesante. Il personaggio ha risposto che per far posto al suo enorme cuore aveva bisogno di un corpo altrettanto grande. Mia madre mi ricorda quel personaggio.
È una grande donna con un cuore enorme. Farebbe di tutto per gli altri, ma quando si tratta di farlo per se stessa... sceglie la strada più breve, anche con il suo problema di udito. Prova a leggere le labbra delle persone, fa cenni di assenso quando non è necessario e accetta persino di fare cose che non ha neanche sentito per far credere agli altri di essere interessata. Nel profondo so quanto si senta esclusa: non sente la gran parte di quello che si dice. Questo l'ho sperimentato anch'io. Quando il mio apparecchio ha smesso di funzionare, mi sono sentita proprio così, esclusa. Questo 'ascoltare-senza-sentire' lo chiamo 'partecipazione superficiale'. Ci sei, sembri presente, ma in realtà sei solamente superficialmente coinvolto.
Mi chiedo come diavolo faccia ad incontrare sempre tutte quelle persone nuove. Saranno tutte così gentili e pazienti ogni volta che dice: "Cosa dici? Non ho capito" o forse se le conquista grazie al suo buon carattere e alle sue battute mancate? Tanti mi raccontano di come i loro cari si tolgano gli apparecchi acustici e se li mettano in tasca quando è in un ambiente rumoroso. Così però non possono più partecipare alla conversazione e se ne stanno seduti là, da soli. E se si prova a coinvolgerli, dicono cose tipo ‘ah, non mi interessa'. Ma per loro, è come stare dall’altra parte di un vetro fonoassorbente, vedono tutto ciò che succede ma non hanno idea di che cosa si dica.