Qualsiasi forma di ipoacusia non correttamente trattata può avere pesanti ripercussioni sulla salute generale.
La perdita uditiva può infatti favorire il declino delle capacità cognitive e innescare disturbi quali la demenza senile. Inoltre, se tale perdita dell’udito non viene tempestivamente curata, la possibilità di incorrere in disturbi cognitivi aumenta con il passare del tempo.
Perdita dell’udito e demenza senile
Sfortunatamente, la gran parte delle persone non è consapevole della correlazione tra perdita uditiva e demenza. È infatti facile dimenticarsi che le orecchie non sono organi grado di funzionare in competa autonomia, bensì parti vitali del nostro corpo, con il quale lavorano in sinergia al fine di assicurare il corretto funzionamento del nostro organismo.
Per preservare le piene facoltà cerebrali, è necessario agire preventivamente sugli agenti in grado di causare il declino del nostro cervello, uno tra tutti, la perdita dell’udito.
I deficit cognitivi causati da forme di ipoacusia sono di natura progressiva; pertanto, per non culminare in un quadro diagnostico di demenza senile, è necessario non ignorare i primi sintomi di ipoacusia. Quando la percezione dei suoni inizia a diventare faticosa, le conversazioni sempre più difficili da capire e il continuo chiedere al proprio interlocutore di ripetere causa frustrazione, bisogna rivolgersi subito al proprio medico, evitando di lasciarsi andare a un progressivo isolamento sociale.
Inoltre, potrebbero insorgere anche i primi problemi di memoria. Naturalmente, la perdita dell’udito non culmina sempre in disturbi cognitivi conclamati, ma chi presenta un lieve deficit uditivo ha forti probabilità di sviluppare demenza senile, in particolar modo a fronte di un mancato trattamento. Pertanto, è di vitale importanza agire tempestivamente senza attendere troppo tempo nella speranza che tali disturbi si risolvano autonomamente. Mantenersi in salute fisicamente e mentalmente significa, infatti, prendersi cura anche della salute del proprio sistema uditivo.