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Come capire se hai l’orecchio assoluto: i test specifici e tutte le informazioni

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Come capire se hai l’orecchio assoluto: i test specifici e tutte le informazioni

10 Min.

udito & perdita dell'udito

Data di pubblicazione 15 febbraio 2024

Hai mai conosciuto una persona in grado di identificare esattamente una nota musicale o di riuscire a riprodurla senza alcun riferimento esterno? Questa straordinaria capacità è nota come “orecchio assoluto” e sebbene rara, è molto comune tra musicisti e appassionati di musica.
In questo articolo, approfondiremo il concetto di orecchio assoluto, esplorandone le diverse forme e discutendone la rarità. Procederemo inoltre a capire se si tratta di una capacità innata o se è possibile apprenderla, concludendo infine elencando le diverse metodologie di diagnosi.
Non mancheranno accenni al rapporto tra orecchio assoluto, perdita dell’udito e percezione del parlato.

Differenza tra orecchio assoluto e orecchio relativo

L’orecchio assoluto, talvolta definito orecchio musicale, è la capacità di identificare o riprodurre esattamente le note musicali senza bisogno di ricorrere a un diapason o a un accordatore.3 Le persone che ne sono provviste possiedono quindi la dote innata di cogliere la frequenza di un suono e la nota ad essa associata. Pertanto sono in grado di associare in modo totalmente spontaneo e naturale un certo suono a un Do, Fa o Sol senza bisogno di confrontarlo con un altro suono o di avvalersi di un ausilio esterno.4
Al contrario, le persone dotate di un orecchio relativo hanno bisogno di confrontare le note con uno standard di riferimento, come ad esempio la nota precedente o uno strumento musicale.

Pertanto orecchio assoluto e orecchio relativo rappresentano due modi distinti di percepire e capire una frequenza o una nota musicale.

Come indicato in precedenza, il termine orecchio assoluto si riferisce alla capacità di identificare una nota per nome senza alcun riferimento. Il termine orecchio relativo, invece, riguarda la capacità di identificare e comprendere le relazioni tra le note, riconoscere gli intervalli tra una nota e un’altra, ovvero la distanza che le separa sulla scala musicale.

I musicisti dotati di orecchio relativo possono determinare intervalli, melodie e accordi confrontandoli con uno standard di riferimento, ad es. battuta, tonalità.

L'orecchio assoluto è raro?

L'orecchio assoluto è generalmente considerato una capacità uditiva rara. Si stima che ad avere questa intonazione naturale siano circa 1 su 10.000 persone al mondo.2

Secondo diverse ricerche scientifiche, è maggiormente riscontrabile tra le persone con una formazione musicale, ad esempio musicisti professionisti o soggetti esposti a un allenamento musicale sin da piccoli. Tuttavia le cause e i meccanismi esatti alla base dello sviluppo dell’orecchio assoluto sono ancora oggi oggetto di discussione.1

L'orecchio assoluto è innato o si sviluppa?

Il dibattito sulla natura innata o acquisibile dell’orecchio assoluto è ancora in corso.

Alcuni studi ipotizzano la presenza di una predisposizione genetica, ma i tentativi di individuare cause genetiche specifiche non hanno prodotto risultati definitivi.5 Nello sviluppo o nella coltivazione di un’intonazione perfetta, appare molto più incisivo il ruolo svolto da determinati fattori ambientali, come una formazione musicale precoce e una costante esposizione alla musica.

Tuttavia si ritiene che una combinazione tra predisposizione genetica e fattori ambientali possa sicuramente incidere sullo sviluppo di un orecchio assoluto.5

Artisti famosi dotati di orecchio assoluto

Il corso della storia è ricco di artisti dotati di orecchio assoluto. Tuttavia non si tratta di una prerogativa unica dei musicisti, inoltre non tutti i musicisti possono vantare questa intonazione naturale.

Compositori del calibro di Ludwig van Beethoven e Wolfgang Amadeus Mozart erano possessori di orecchio assoluto, mentre tra gli artisti moderni possiamo annoverare Billie Eilish, Elvis Presley e Michael Jackson.

Naturalmente, data l’impossibilità di consultare la documentazione storica e medica relativa ai suddetti personaggi famosi, è impossibile confermare o smentire l’effettivo possesso di tale capacità.

Esiste un modo per diagnosticare il cosiddetto orecchio assoluto?

È possibile scoprire se si è dotati di un orecchio musicale nei seguenti modi:

  • Il metodo più comune è provare a distinguere a orecchio le sonorità delle note: in seguito all’ascolto di diverse note musicali isolate, il soggetto esaminato deve identificarle dandone il nome corretto.
  • Un altro test prevede la riproduzione di una determinata nota su uno strumento musicale, senza alcuno standard di riferimento.
  • I test possono inoltre includere compiti quali identificare intervalli, accordi o melodie a orecchio.8

Queste valutazioni consentono di stabilire se un soggetto è in grado di riconoscere e riprodurre accuratamente le note senza alcun ausilio esterno.

È possible avere un orecchio assoluto in caso di perdita dell’udito o utilizzo di un apparecchio acustico?

Per quanto riguarda la relazione tra orecchio assoluto e perdita dell’udito, i possessori di un orecchio assoluto possono naturalmente incorrere in un declino delle loro capacità di percepire l’intonazione in seguito a una perdita uditiva o in caso siano costretti a indossare un apparecchio acustico.6
La misura in cui la perdita dell'udito incida sulle capacità di individuare esattamente la frequenza di un suono dipende dalla gravità e dalla forma di ipoacusia.

In alcuni casi, avviene una perdita totale dell’orecchio assoluto, mentre in altri potrebbe subire un declino ma essere ancora presente, sebbene in misura minore.

In conclusione, possiamo affermare che la perdita uditiva in sé non comporta anche la perdita delle capacità uniche di un orecchio assoluto, poiché per i possessori di orecchio assoluto sin dalla nascita sarà possibile preservare questa straordinaria dote, anche se a un livello inferiore rispetto al passato, data la minore capacità uditiva.

Cosa si intende per frequenza fondamentale e armoniche?

Analogamente ai suoni degli strumenti musicali, il parlato è formato da suoni complessi armonici. Questi suoni sono composti da diversi toni puri (suoni caratterizzati da un’onda di una sola frequenza) chiamati armonici naturali. I suoni complessi armonici sono quindi costituiti da diverse frequenze multiple di una singola frequenza fondamentale (F0), ovvero la frequenza più bassa di un'onda sonora.

Ad esempio, se la frequenza fondamentale (F0) è di 100 Hertz, le armoniche (ovvero le parziali) saranno 200 Hz, 300 Hz, 400 Hz, ecc.

Le frequenze hanno un ruolo particolare nella percezione del parlato?

Una corretta percezione delle frequenze è indispensabile per distinguere la melodia dal parlato, nonché per separare i suoni provenienti da fonti diverse, ad esempio due persone che parlano contemporaneamente.
La coclea, l’organo uditivo dell’orecchio interno a forma di chiocciola, contiene la membrana basilare, ovvero la struttura dove avviene la trasformazione delle onde sonore da meccaniche in elettriche. 
La membrana basilare presenta massa e rigidità diverse, le quali variano (in modo continuo) dalla base all'apice della coclea. I suoni ad alta frequenza (o acuti) producono il massimo movimento della membrana basilare alla "base" della coclea (vicino alla staffa, uno dei tre ossicini dell’orecchio – consulta l’articolo dedicato alla catena degli ossicini), mentre le onde sonore a bassa frequenza risalgono la lunghezza della membrana basilare dalla base, attivando anche le parti apicali.7

I pattern delle vibrazioni separano le diverse componenti di frequenza di un suono in modo meccanico, attivando diverse regioni della coclea. Ogni punto della membrana basilare della coclea risponde a una gamma limitata di frequenze. Negli ascoltatori affetti da ipoacusia, la percezione della frequenza, sia con toni puri che con suoni complessi armonici, è spesso più scarsa del normale.

I disturbi uditivi si accompagnano spesso a una minore capacità della membrana basilare di distinguere fra le diverse frequenze. Di conseguenza, i "filtri uditivi" lungo la membrana risultano più ampi e quindi il meccanismo di discriminazione delle frequenze (cioè valutare se due toni hanno la stessa altezza o meno) può risultare meno preciso. Anche la distinzione dei diversi gradi di volume e l’elaborazione di modulazioni temporali di breve durata o di altri aspetti temporali dei suoni del parlato possono essere influenzati dalla perdita dell'udito.

Alla luce di quanto detto finora, emerge quanto siano variegate le capacità uditive in base alla storia clinica nonché alla genetica di ogni singolo individuo, pertanto ognuno di noi ha esigenze uniche.

Riepilogo

L’orecchio assoluto, altrimenti detto orecchio musicale, è la rara capacità di identificare e riprodurre note musicali in modo estremamente accurato, senza ricorrere ad alcun ausilio o stimolo esterno.

Secondo diversi studi clinici, ancora in corso, l’orecchio assoluto può svilupparsi in seguito a una determinata predisposizione genetica, anche se le influenze ambientali svolgono un ruolo fondamentale in tal senso.

Illustri compositori del passato, tra cui Beethoven e Mozart, ma anche musicisti contemporanei come Billie Eilish, Elvis Presley e Michael Jackson, sono stati riconosciuti come possessori di questa capacità.

I test per determinare la presenza di un orecchio assoluto comprendono diversi accertamenti atti a valutare la capacità di un individuo di riconoscere e riprodurre accuratamente note e frequenze.

Infine, per quanto riguarda il rapporto tra orecchio assoluto e perdita dell’udito, possiamo affermare che una forma di ipoacusia può influenzare la percezione impeccabile delle note e delle frequenze tipica di questa capacità, ma in misura variabile in base alle specifiche di ogni paziente. 

Elenco delle fonti:

1. Levitin, D. J., & Rogers, S. E. (2005). Absolute pitch: Perception, coding, and controversies. Trends in cognitive sciences, 9(1), 26-33.

2. Gregersen, P. K., Kowalsky, E., Kohn, N., & Marvin, E. (1999). Absolute pitch: prevalence, ethnic variation, and estimation of the genetic component. American Journal of Human Genetics, 65(3), 911-913.

3. Takeuchi, A. H., & Hulse, S. H. (1993). Absolute pitch. Psychological Bulletin, 113(2), 345-361.

4. Miyazaki, K. (1988). Musical pitch identification by absolute pitch possessors. Perception & Psychophysics, 44(6), 501-512.

5. Baharloo, S., Johnston, P. A., Service, S. K., Gitschier, J., & Freimer, N. B. (1998). Absolute pitch: an approach for identification of genetic and nongenetic components. American Journal of Human Genetics, 62(2), 224-231.

6. Oxenham AJ. (2008). Pitch perception and auditory stream segregation: Implications for hearing loss and cochlear implants. Trends Amplif., Dec;12(4):316-31. doi: 10.1177/1084713808325881. Epub 2008 Oct 30. PMID: 18974203; PMCID: PMC2901529.

7. Eggermont, J. (2017). Hearing Basics. Hearing Loss: Causes, Prevention and Treatment, Ch.1, 3-36. 

8. What is Perfect Pitch? (2018). Tratto da https://www.3d-varius.com/what-is-perfect-pitch/ in data 08/06/2023.

Le informazioni contenute in questo articolo sono solo a scopo didattico e informativo: non possono e non devono mai sostituire una consulenza medica professionale. Per qualsiasi domanda relativa alla tua salute, dovresti sempre consultare un medico o un operatore sanitario.

Autore

Tania Rodrigues

audiologa


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